Un percorso di arrampicamento (e non solo)

 

Vorrei per un attimo affacciarmi nei pensieri dei miei compagni di arrampicata per capire quali idee e sensazioni condividiamo a riguardo, e quali diversità di visione riusciremmo a mettere insieme.

Iniziando da quella sorta di purificazione e di avvicinamento, non solo fisico ma anche mentale, che è la passeggiata che ci portava alle pareti. Anche pochi minuti tra gli alberi e nel silenzio, con la corda in collo, sono utili per distaccarsi dalla strada asfaltata, dalle macchine che abbiamo parcheggiato, dai rumori e dagli odori molesti della città.

Il breve rito di indossare l’imbrago, di fare il nodo, di dare la prima occhiata alle pareti mentre Ulisse e Carlo piazzano le prime vie. Il balletto di Ulisse sulle sue gambe lunghe, e la pazienza di  Carlo nel mostrare una, due, tre volte “il” passaggio da capire.

 E poi partire, la prima via per rompere il ghiaccio e per capire come si sta.

La prima uscita insieme caciarona, una gita scolastica fra bambini cresciuti, le successive un po’ piu’ seri (ma non troppo ..) e concentrati sulle piccole grandi sfide che ciascuno di noi ha trovato in falesia.

C’era chi ha combattuto ad ogni via contro la paura del vuoto. Chi come nemico ha avuto la fatica, chi la competitività e l’eccesso di ambizioni .. chi forse di nemici non ne aveva.

Ognuno pronto a salire e a far salire,assicurando, un altro. Dando supporto da sotto, attraverso una battuta, un’indicazione, il silenzio che aiuta a concentrarsi, una sicura un po’ più lasca o più “materna” in base a quello che si percepiva necessario.

Le cose piu’ importanti che ho avuto in regalo, o meglio che ho trovato durante il per-corso:

sapere che il percorso è appena iniziato

Grazie a tutti

Laura